Il perugino dimenticato che ha conquistato la Belle Époque

Il perugino dimenticato che ha conquistato la Belle Époque

Il perugino dimenticato che ha conquistato la Belle Époque

 

Nel panorama della Belle Époque, una figura perugina ha catturato l’immaginazione internazionale, eppure il suo nome è rimasto a lungo nell’ombra della sua città natale. La storia straordinaria di Riccardo Schnabl Rossi, raccontata in modo avvincente da Giampietro Chiodini nel libro “Io sono la Belle Époque“, pubblicato da Morlacchi Editore, getta luce su un uomo dimenticato, ma che fu protagonista di un’epoca di lusso, viaggi esotici, e relazioni prestigiose.

Schnabl, nato a Perugia nel 1872 e morto a Roma nel 1955, emerge dalla biografia come un uomo di mondo colto ed elegante. Figlio di una perugina e di un ottico austriaco, la sua vita è stata narrata quasi giorno per giorno attraverso oltre trecento testimonianze raccolte in varie località, dal Lago Trasimeno a Buenos Aires, da Parigi a Saint Raphaël sulla Costa Azzurra.

Il libro si apre con la vita di Schnabl nel cuore dell’esclusiva Parigi, dove diventa protagonista di un triangolo amoroso che cattura l’attenzione della cronaca. La sua vicenda appassionante, delineata con maestria da Chiodini, si intreccia con la Parigi dell’inizio del Novecento, divisa tra scandali e eleganza.

La seconda parte del libro si concentra sul ritorno di Schnabl in Italia e sulla sua intensa amicizia con il celebre compositore Giacomo Puccini. Attraverso 153 lettere scritte dal Maestro a Schnabl, il lettore viene introdotto in un mondo di affetto e influenze che hanno persino determinato il matrimonio di Schnabl con la sfortunata Giulia Lusardi di Piacenza.

La narrazione si sposta poi nella lontana Buenos Aires, dove Schnabl visse un’infanzia altalenante tra tragedie familiari e successi economici. La storia affascinante di Schnabl si chiude nella Perugia del dopoguerra, dove, anziano e solo, il protagonista sogna di ritornare a vivere definitivamente, ma la morte lo sorprende nell’Hotel Excelsior di Roma.

Il libro, impreziosito da 55 immagini, offre una panoramica completa sulla vita di Schnabl, rivelando anche segreti nascosti. La tomba monumentale a Perugia, dove riposa accanto alla moglie, racchiude un misterioso tesoro rimasto in una banca svizzera, un testamento olografo in lingua spagnola, e interrogativi che si dipanano fino a un tribunale di Buenos Aires.

Giampietro Chiodini, attraverso una narrazione avvincente e approfondita, restituisce a Riccardo Schnabl Rossi il posto che merita nella storia della Belle Époque, un uomo che ha vissuto una vita straordinaria, intrisa di lusso, amicizie prestigiose e misteri irrisolti.


Nato a Perugia nel 1872, Riccardo Rossi Scnabl era un musicologo, appassionato di lirica ed amico fraterno di Giacomo Puccini. Come pochi altri legato al mondo del melodramma, ai sui fasti, ai più grandi teatri del mondo, agli autori ed ai cantanti più celebri del primo Novecento, egli fissò la sua dimora per quasi quaranta anni, dal 1890 al 1927, a Monte del Lago. Le notizie più importanti su di lui (figlio di Leopoldo Schnabl, ebreo di origini austriache e di Elvira Rossi perugina), ci arrivano postume dalla lettura delle 154 lettere che a lui scrisse Giacomo Puccini negli anni 1910-1924.
Le Lettere a Riccardo Schnabl,pubblicate a cura di Simonetta Puccini, ci descrivono un uomo colto, raffinato, poliglotta, un personaggio internazionale che, tornato in Italia da Buenos Aires ancora giovanissimo ma già molto ricco, scelse di vivere intensamente gli anni della Belle Epoque, frequentando i più prestigiosi alberghi d’Italia e d’Europa per poter seguire sistematicamente spettacoli e protagonisti del melodramma, del quale divenne conoscitore profondo e critico apprezzato.A Monte del lago, quasi a picco sulle acque del Trasimeno, nel 1890 Riccardo Rossi Schnabl realizzò la residenza che porta ancora il suo nome, Villa Schnabl, in stile liberty austriaco, facendone una sorta di tappa obbligata per tanti personaggi della cultura e dello spettacolo.
L’improvvisa morte di Puccini nel novembre 1924, vissuta emotivamente da Schnabl che più volte aveva fatto visita al maestro nell’Ospedale di Bruxelles, risultò per lui determinante. Già scosso da un’altra morte, quella della amatissima moglie, Giulia Lusardi (Lia) – il grande amore della sua vita, venuta a mancare giovanissima, a soli 27 anni, dopo solo sei mesi di matrimonio –, Schnabl nel 1927 vendette la villa di Monte del Lago ai fratelli Palombaro di Roma e trasferì la sua residenza da Magione, dove aveva ricoperto anche la carica di consigliere comunale, a Parigi. Qui rimase per almeno un decennio, interessandosi di lirica e di arte.
Non più giovanissimo ritrasferì la sua residenza in Argentina, a Buenos Aires, quasi sicuramente per seguire da vicino interessi economici ereditati dalla famiglia, anche se poco amava il clima argentino. Fin dagli anni precedenti la Seconda Guerra mondiale, avvertì forte il desiderio di riallacciare legami con Perugia, la città che gli aveva dato i natali e forse progettò di tornare a vivere in Italia. In più occasioni espresse il desiderio persino di riacquistare la villa di Monte del lago; ma la morte lo colse impreparato, il 13 gennaio 1955 a Roma, in quell’Hotel Excelsior che si apprestava a diventare il mito della Dolce vita. Di Schnabl, oltre alle opere d’arte, a partiture musicali originali ed autografe e tanti libri donati ad alcune istituzioni perugine (Università per Stranieri, Comune e Conservatorio Musicale) ci resta la splendida villa di Monte del Lago che presto verrà aperta al pubblico e l’imponente tomba di famiglia nel Cimitero monumentale di Perugia, nella quale domina il bellissimo bassorilievo in marmo,”La Raffica” dello scultore Pietro Canonica, con il quale Riccardo volle immortalare, fedelmente e a grandezza naturale, la giovane moglie prematuramente scomparsa.

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